Dei pellegrini che andarono a visitare un saggio Zen quasi centenario, il quale dimostrava non più di cinquant’anni, gli chiesero:
Qual è il segreto per mantenerti così giovane e in forma? ” lui rispose: ” mangio quando ho fame e dormo quando ho sonno.
Con questa breve risposta lo Zen voleva dire che era in grado di riconoscere e assecondare i propri stimoli interni.
Quante volte abbiamo iniziato una dieta? Quante volte l’abbiamo interrotta recuperando i chili persi e anche di più? Quanti libri abbiamo su diete di ogni tipo, comprese quelle copiate dai giornali???
E soprattutto, quante volte abbiamo aperto il frigo arraffando qualsiasi cosa pur di mangiare e sedare quel senso di nonsochè? Spesso la persona in sovrappeso confonde le emozioni e le sensazioni con la fame. Quindi mangiare diventa un metodo per “gestire” quasi tutte le proprie emozioni, per confondere sensazioni che sono altre dalla fame ( sonno, caldo, freddo, noia, tristezza…) con il risultato, ovviamente, di ingrassare e non avere esaudito i propri reali bisogni.
La fame è regolata da meccanismi fisiologici ben precisi che ne bloccano lo stimolo una volta che l’organismo se n’è nutrito a sufficienza. Quindi se si continua ripetutamente a mangiare oltre il proprio fabbisogno vuol dire che sono subentrati dei fattori aventi poco a che fare col bisogno reale di nutrirsi.
Il proprio rapporto col cibo si intreccia con la storia del soggetto e con il suo stile di vita, per cui l’approccio solito al sovrappeso e all’obesità lascia il posto ad un approccio globale alla persona che tenga conto e ripristini un equilibrato rapporto con se stessa e con il cibo.
Tutto ciò attraverso la promozione di corrette abitudini alimentari, l’esercizio fisico regolare e gli incontri motivazionali individuali e/o di gruppo.
ll valore aggiunto di questo percorso è riuscire a raggiungere finalmente un rapporto equilibrato con il cibo e con il proprio corpo tale da mantenere nel tempo i risultati ottenuti.