Perchè sbaglio sempre?

Perchè sbaglio sempre?

Cos’è che ci spinge a dare sempre le stesse risposte? Com’è che scegliamo sempre relazioni sbagliate? o ci intristiamo all’improvviso? E’ come se il nostro cervello agisse per conto proprio. So di non voler fare così, ma è più forte di me. Cosa ci succede?

Se io dico “se son fiori” la maggior parte di voi immediatamente risponderà “fioriranno”. Anche se non ha senso con il discorso, il vostro cervello subito va a ripescare l’informazione che completa il proverbio. Esattamente come quando ci danno un colpo al ginocchio e per il riflesso patellare, quello salta. Bene, il nostro cervello è programmato per reagire, esattamente come il resto del corpo. Indipendentemente dalle nostre intenzioni, anche la mente reagisce in modo automatico. “Fioriranno” non vi reca sicuramene nessun disagio, ma ci sono risposte automatiche che possono provocare una gran parte di problemi, capaci di turbare la nostra felicità e quella dei nostri cari. I processi cerebromentali che ci permettono di riconoscere e completare un proverbio imparato anni fa, sono gli stessi che ci fanno annegare nell’infelicità dell’ansia, della depressione, dell’angoscia o anche del dolore fisico vero e proprio.

Tutte le esperienze che abbiamo vissuto vengono immagazzinate nel nostro cervello, non solo come eventi in sé ma anche come percezioni che ne abbiamo di esse. Per es, se da piccoli ci siamo considerati responsabili del divorzio dei nostri genitori, il ricordo del divorzio rimane ma rimane anche la percezione errata che ne abbiamo di esse. Quindi è probabile che nel presente, quando una nostra relazione si rompe, il pilota automatico con cui viaggiamo faccia scattare l’idea che la colpa sia nostra. Cioè un’esperienza “antica” influenza con la sua percezione errata, il nostro modo di vivere il presente. Abbiamo “imparato” che è colpa nostra (continuando con l’esempio del divorzio) e l’esperienza viene immagazzinata fisicamente nelle nostre reti neurali (neuroni). Quindi queste reti determinano il modo in cui il nostro cervello interpreta il mondo circostante e regolano i nostri stati d’animo.

Quando ci rendiamo conto che come viviamo queste esperienze esterne non è funzionale alla nostra vita, ma anzi questi piloti automatici ci impediscono di vivere serenamente; quando diciamo “non so come, ma è più forte di me non riesco a fare diversamente”, allora è il caso di chiedere aiuto.

E in aiuto può venire la tecnica dell’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing); questo metodo psicoterapeutico considera la sofferenza emotiva, le cognizioni negative (“è colpa mia”), e la storia interna che non progredisce (il paradigma che impedisce il cambiamento) come sintomi di un’esperienza di vita che il cervello non è riuscito a rielaborare. Il problema sono questi ricordi non rielaborati.

Con l’EMDR i ricordi traumatici responsabili della nostra sofferenza vengono localizzati e rielaborati. E una volta rielaborati i ricordi dolorosi smetteranno di innescare piloti automatici non funzionali ad una vita serena.

La differenza con le tradizionali psicoterapie è che con l’EMDR non si forniscono strumenti per convivere con il problema ma si rimuove. Certo non si cambia la realtà che è accaduta, ma si rimuovono tutte le emozioni dolorose, le percezioni errate su se stessi, le sensazioni corporee legate a quel ricordo.

E così un individuo non sarà guidato da altro nella propria vita, ma inizierà a guidare se stesso.

Il pilota automatico lasciamolo agli aerei.